Un recente studio sottolinea il ruolo del farmacista di comunità nel monitoraggio addizionale di farmaci. Lo studio è stato condotto in Spagna con l’obiettivo di valutare il ruolo del farmacista nel migliorare l’aderenza terapeutica, la conoscenza e l’uso corretto dei medicinali, migliorando così la qualità di vita dei pazienti.
Il concetto di monitoraggio addizionale (Am) dei farmaci è stato introdotto dall’Unione Europea nel 2010 e implementato nel 2012 come parte integrante della legislazione sulla farmacovigilanza. Tale sistema è stato creato per garantire un’osservazione costante dei farmaci dopo la loro immissione in commercio, poiché le informazioni di sicurezza ottenute dagli studi clinici possono essere limitate.
I farmaci soggetti a monitoraggio addizionale sono contrassegnati con un triangolo nero rovesciato sui loro materiali informativi e comprendono: farmaci con nuovi principi attivi, medicinali biologici, vaccini, farmaci approvati con condizioni o in circostanze eccezionali. Questi medicinali necessitano di una sorveglianza speciale per consentire una migliore rilevazione e comprensione delle reazioni avverse (adr) nel contesto reale, oltre a monitorare il corretto utilizzo e la conformità al regime di trattamento.
Studio di real life nelle farmacie di comunità
Uno studio di real life condotto in Spagna e pubblicato su “Integrated pharmacy research and practice” ha valutato il ruolo del farmacista nel migliorare l’aderenza alla terapia, la conoscenza e l’uso corretto dei farmaci e la qualità di vita dei pazienti trattati con farmaci sotto monitoraggio addizionale.
Lo studio è stato condotto tra giugno 2019 e giugno 2021, coinvolgendo 27 farmacie di comunità nella regione Basca. Sono stati reclutati 145 pazienti, seguiti per un periodo di 6 mesi e selezionati secondo criteri di inclusione che richiedevano un’età maggiore di 18 anni e un trattamento con farmaci antidiabetici, broncodilatatori o antitrombotici sotto monitoraggio addizionale. Sono stati escluse le pazienti in gravidanza, coloro che erano già coinvolti in altri programmi di cura farmaceutica e quelli con difficoltà di comunicazione con i professionisti sanitari.
Formazione dei farmacisti
Prima dell’inizio dello studio, i farmacisti hanno partecipato a una formazione sulla gestione degli interventi clinici, con un’attenzione particolare alle tecniche di conduzione delle interviste e alla metodologia di raccolta dati. Durante lo studio, sono stati utilizzati diversi strumenti standardizzati per ottimizzare la gestione delle terapie farmacologiche:
– il questionario di Morisky-Green-Levine per monitorare l’aderenza dei pazienti alle terapie, individuando coloro che non seguivano correttamente le indicazioni mediche e analizzando le cause dell’inadeguata aderenza, sia di natura volontaria, sia involontaria;
– il sistema standardizzato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per la valutazione della causalità degli eventi avversi, noto come Who-Umc Causality Assessment System, per valutare la probabilità che un evento avverso osservato sia effettivamente causato da un farmaco o una terapia;
– la scala analogica visiva (Eq Vas) del questionario Eq-5d-5l per valutare la percezione soggettiva della qualità della vita legata alla salute da parte del paziente.
Insieme a questi strumenti, sono stati impiegati questionari strutturati in cui sono stati analizzati vari aspetti del regime terapeutico, come lo scopo del farmaco, la dose da assumere, la durata del trattamento, il modo d’uso e le precauzioni necessarie che devono essere prese. L’obiettivo principale era identificare eventuali lacune nelle conoscenze dei pazienti, permettendo ai farmacisti di intervenire con spiegazioni mirate, sia verbali, sia scritte, utilizzando anche brochure informative e dispositivi placebo per dimostrare l’uso corretto dei farmaci. Per esempio, per i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva, sono stati impiegati inalatori placebo per insegnare le corrette tecniche di somministrazione, migliorando così l’efficacia del trattamento.
Un ulteriore elemento centrale del progetto è stata la collaborazione con l’unità di farmacovigilanza dei Paesi Baschi. Questo partenariato ha reso possibile il confronto delle segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci prima e durante lo studio, fornendo un quadro comparativo prezioso per valutare l’efficacia degli interventi introdotti.
Intervento del farmacista: preziosi i risultati
Lo studio ha evidenziato l’impatto significativo degli interventi dei farmacisti di comunità nella gestione dei pazienti in trattamento con farmaci sotto monitoraggio addizionale.
Al termine dello studio, grazie all’intervento del farmacista, sono state registrate 163 reazioni avverse ai farmaci (Adr) e 41 pazienti sono stati indirizzati al medico per ulteriori controlli. Questo risultato evidenzia chiaramente l’efficacia del monitoraggio svolto dai farmacisti, che non solo hanno individuato reazioni avverse potenzialmente pericolose, ma hanno anche assicurato una gestione clinica adeguata attraverso il tempestivo rinvio al medico.
I risultati hanno mostrato, poi, un miglioramento notevole del livello di conoscenza e uso corretto dei farmaci (U&K). In particolare, la percentuale di pazienti che ha dimostrato una comprensione adeguata delle loro terapie è passata dal 52,4% al 92,1% dopo sei mesi. Questo progresso è stato accompagnato da un miglioramento della qualità della vita percepita dai pazienti, con un incremento del valore medio da 70,1 a 73,7, sottolineando l’importanza delle informazioni e del supporto forniti dai farmacisti nel migliorare il benessere generale dei pazienti.
Per quanto riguarda l’aderenza al trattamento, i risultati mostrano un miglioramento significativo, con la percentuale di pazienti aderenti che è aumentata dal 75,9% al 94,2% dopo sei mesi. Gli interventi dei farmacisti sono stati particolarmente efficaci nel risolvere problemi di non-aderenza non intenzionale, spesso derivanti da incomprensioni oppure disinformazione riguardo al regime terapeutico. Questi risultati sono molto importanti, poiché una bassa aderenza può non soltanto compromettere l’efficacia del trattamento, ma anche aumentare il rischio di reazioni avverse.
In conclusione, i risultati dello studio dimostrano che un servizio di farmacia di comunità ben strutturato con un focus aggiuntivo sul monitoraggio dei farmaci non solamente migliora la sicurezza dei pazienti, ma contribuisce anche a una gestione farmacologica più razionalizzata e personalizzata, migliorando la qualità della vita e gli esiti terapeutici per i pazienti.
(Farma Mese N. 8-2024 ©riproduzione riservata)